Minimalismo e benessere psicologico

Minimalismo e benessere psicologico
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Di minimalismo si parlò per la prima volta intorno agli anni Sessanta del Novecento, in riferimento all’ambito artistico in cui si era osservata una certa tendenza al riduzionismo. Ridurre al minimo equivale, in questo senso, a valorizzare solo ciò che è essenziale. Il minimalismo trovò espressione in ogni arte, dalla scultura alla pittura, dalla fotografia alla musica, dall’architettura all’interior design. In quest’ultimo ambito un concetto chiave, oltre alla già citata essenzialità, è quello di funzionalità. Gli spazi devono essere funzionali rispetto alle attività per cui sono preposti. Ciò può significare, se pensiamo ad esempio a una cucina, che a portata di mano e a vista si avranno oggetti di uso quotidiano perché questo semplificherà le operazioni di pulizia, ad esempio, o di preparazione dei cibi.

Attualmente il concetto di minimalismo abbraccia diverse aree oltre alle arti. Lo troviamo in ambito finanziario, nella moda, nelle relazioni, nelle strategie di gestione domestica, nell’alimentazione, nell’attenzione alla sostenibilità ambientale e così via.

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